sabato 31 maggio 2014

Recensione: "Colpo di fulmine" di Jennifer Bosworth

E siamo giunti al sabato!
Oggi recensisco un libro letto in un lasso di tempo decisamente lungo per i miei canoni, quindi potete immaginare quanto mi sia piaciuto *inserire faccina ironica qui*, e che dal titolo sembra essere il classico romanzo urban-fantasy che ruota attorno a una storia d'amore. Sbagliato!



"Colpo di fulmine" di Jennifer Bosworth

    
Editore: Corbaccio
Prezzo: 17,60 €
Data di Pubblicazione: 13 Giugno 2013
Categoria: Urban-Fantasy
Tipo: Primo di una serie (credo)

Trama: Mia Price è drogata di fulmini. Si nutre dell'energia che sprigionano durante i temporali, ma le persone che in quei momenti sono vicino a lei rischiano la vita. Vive a Los Angeles dove i temporali sono rari, ma i terremoti no. E quando un apocalittico terremoto la devasta, Los Angeles si trasforma in un gigantesco campo profughi, una terra perduta dove si scatenano bande di saccheggiatori e di assassini.Due sette di fanatici ambiscono al potere, ed entrambe vedono in Mia una forza legata alla tempesta elettrica che ha causato il terremoto. Mia vorrebbe potersi fidare dell'enigmatico Jeremy che le promette di proteggerla, ma teme al tempo stesso che lui voglia ingannarla. E quando arriva la catastrofe finale, Mia deve affrontare la terribile potenza che lei stessa può scatenare per salvare le persone che ama... 


RECENSIONE


Okay, che dire? Avevo questo libro "in lettura" da molti mesi, ma tutte le recensioni che si trovano per il web mi hanno sempre frenata dal prenderlo in mano seriamente, come invece ho fatto negli ultimi giorni. Purtroppo, quasi tutti i pareri negativi sulla rete sono giusti, o quanto meno condivisi anche da me.

Mia Price ha diciassette anni, e da quando sua madre ha iniziato a soffrire di stress post-traumatico, deve badare a lei, suo fratello minore Parker, e sé stessa, in una Los Angeles devastata dal terremoto più forte che si sia mai visto. L'unico modo per i due di avere un po' di cibo è quello di andare alla Skyline, il loro liceo, dove dei volontari distribuiscono razioni ogni giorno, e dove la vita di Mia prenderà una piega inaspettata.
Come se non bastasse, la ragazza ha anche un segreto: è un parafulmini umano, e le cicatrici che ha su tutto il corpo ne sono una prova.



Già da qui potete capire come la trama sia un po' surreale: due ragazzini con una madre "malata" che devono affrontare le difficoltà di vivere in una città devastata senza l'aiuto di nessuno. Ma questo è il meno. Se il libro si svolgesse su questa scia, allora ok, perfetto. Los Angeles viene rasa al suolo (o quasi) da un terremoto, niente cibo, acqua e medicinali e tipica ambientazione da post-catastrofe, mi va benissimo.
Il problema è che non va così in "colpo di fulmine" (struck in inglese, che è molto più figo).
Mia vive in una città senza soldi, viveri e farmaci, ma in casa sua c'è la corrente (O_o). Inoltre, la sua scuola è l'unico edificio praticamente intatto. Il suo quartiere, pieno di Profughi (gente rimasta senza nulla dopo il terremoto), viene controllato da miliziani volontari, come se fosse normale che un normale cittadino iniziasse dall'oggi al domani a fare il poliziotto con tanto di taser senza pretendere un pagamento (seh).
Ma andando oltre, questi qui si preoccupano pure di far diplomare i ragazzi, la maggior parte senza più una famiglia!
E le altre città, sono ancora in piedi? ah, boh. Non ci è dato sapere cosa sia successo nel resto del mondo che Mia deve salvare.
Giusto, perché Mia è anche l'eroina, ricordiamoci che è un urban fantasy dopotutto. Ed è qui che entra in gioco il "potere" della ragazza, quello di attirare / scatenare i fulmini, e che svolgerà un ruolo fondamentale nella prossima tempesta.
Del potere si parla molto, il problema è che non si capisce nulla. Da quand'è che Mia ha questa capacità? perché è stata colpita così tante volte dai fulmini? troppe domande lasciate sospese.

Dei personaggi non c'è nessuno che mi sia rimasto realmente dentro. La madre di mia è per il 90% del libro malata e fuori di testa, e noi conosciamo il suo nome solo nelle ultime pagine. Parker, il fratellino, è forse quello con più sale in zucca di tutta la faccenda, ma troppo lontano da risultare piacente. Jeremy, l'interesse di Mia, viene letteralmente catapultato nel libro in una serie di eventi troppo importanti e non, e alla fine di lui si sa ben poco, tanto che non sono riuscita ad affezionarmi come avrei voluto (e fattela una risata ogni tanto, Jeremy!).

L'idea delle due sette è buona, e anche come vengono caratterizzate (o quanto meno quella della Chiesa), il problema è tutto quello che ci ruota attorno. Ci sono troppi punti interrogativi lasciati al caso, troppe cose descritte con superficialità (in primis l'amore improvviso che Mia nutre per Jeremy, sbocciato in...3 giorni, sì).

Senza contare il commento dell'autrice:
"Yes, I surely did read my own book, only about a thousand times. And I still love it, so that must mean it's pretty good. "
"Si, ovviamente ho letto il mio libro, giusto un centinaio di volte. E lo amo ancora, quindi vuol dire che è piuttosto bello."

Come dire, modesta la tipa, no? :\

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